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Crisi di Governo: il termovalorizzatore è la scintilla che ha fatto impazzire i 5 stelle

La questione dell'installazione di un termovalorizzatore nella Capitale ha rappresentato uno dei tasselli che ha contribuito ad innescare le tensioni tra Governo e M5S. Vediamo di cosa si tratta.

Che peso ha avuto la questione del termovalorizzatore in questa crisi di governo? Il tappo è saltato ieri, 14 luglio, sul Decreto Aiuti, quando il Movimento 5 Stelle ha abbandonato l’aula al momento del voto, che ne comprendeva uno di fiducia. Oltre ai nodi su reddito di cittadinanza e Superbonus, una delle condizioni che Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, aveva posto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, era proprio quella di arrivare a una “scelta condivisa”, cioè di non costruire il termovalorizzatore.

Almeno fino al 20 luglio il fiato resta sospeso. Mercoledì prossimo, infatti, è il giorno, indicato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui il dimissionario Draghi dovrà presentarsi alle Camere. Anche se voci di palazzo dicono che il premier non ha intenzione di recedere sulle sue posizioni.

Termovalorizzatore: che cos’è

Il termovalorizzatore è un impianto nel quale si bruciano i rifiuti urbani, ottenendo come risultato la produzione di energia da destinarsi ad altri usi. In Europa se ne fa largo uso: la Germania ne ha 96, la Francia 126. In Italia, invece, ce ne sono 37, di cui 26 sono al Nord. la Lombardia ha 13 termovalorizzatori e l’Emilia-Romagna 7. Questa è la prima causa dei viaggi dei rifiuti lungo la Penisola, con costi economici e ambientali, in termini di emissioni di CO2.

Sono passati quasi 10 anni dalla costruzione in Italia di un termovalorizzatore. L’ultimo è stato realizzato a Torino nel 2013. Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, il 20 aprile scorso aveva dichiarato di volerne realizzare uno entro il 2025, per lo smaltimento dei rifiuti. L’area identificata per la costruzione dell’impianto è nel IX Municipio di Roma, in località Santa Palomba. L’obiettivo è ridurre le discariche.

Termovalorizzatore: le ragioni del sì e del no

Chi è a favore dei termovalorizzatori, punta sulla constatazione che, oltre a smaltire i rifiuti che non sono riciclati o riciclabili, questi strumenti, attraverso la combustione, producono energia che può essere destinata ad altri usi, come fornire elettricità oppure teleriscaldamento. Gualtieri ha detto:

L’unica vera soluzione che regge nel tempo e che consente di risparmiare risorse e investire ancora di più sulla pulizia è avere i nostri impianti, non dover mandare i rifiuti in Europa e negoziare.

Secondo coloro che si oppongono all’impianto, invece, come il Movimento 5 Stelle, costruire un nuovo termovalorizzatore va contro le direttive europee che prevedono un superamento dell’incenerimento dei rifiuti a vantaggio del riciclo. Beppe Grillo, in un post nel suo blog, ha dichiarato:

Bruciare i rifiuti è la negazione dell’economia circolare, a maggior ragione se si pensa che quest’impianto avrà bisogno comunque di una discarica al suo servizio per smaltire le ceneri prodotte dalla combustione, equivalenti a un terzo dei rifiuti che entrano nel forno.

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Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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