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Conosci il blog di Gwyneth Paltrow? In 10 anni è diventato un business da 250 milioni di dollari

In 10 anni è diventato un business da 250 milioni di dollari

Negli ultimi anni abbiamo visto molti blog nascere dal niente per diventare ben presto un punto di riferimento nell’ambito di cui si occupano. E non parliamo solo a livello internazionale, abbiamo casi di tutto rispetto anche in terra nostrana: due nomi prima di tutti, il blog di Clio Zammatteo alias Clio Makeup e quello di Salvatore Aranzulla. Spesso si tratta di persone comuni, che quasi per gioco decidono di condividere le loro opinioni e dare consigli per poi scoprire che sempre più persone li seguono davvero. Ma cosa succede se un blog di grandissimo successo mondiale è stato creato da una diva di Hollywood? È il caso di Gwyneth Paltrow e del suo goop.com.

Cos’è Goop, il blog più chiaccherato degli ultimi anni

Per alcuni è solo un’accozzaglia di consigli campati in aria e bufale, per altri è una vera fonte di sapere tanto da investire fino a 4500 dollari per frequentare uno dei workshop organizzati. Ma cos’è goop.com?

Sul sito leggiamo la presentazione di questo strano progetto così spesso contestato: “Siamo un brand che si occupa di lifestyle e che fonda le sue radici in sei argomenti chiave: Wellness, Viaggi, Cibo, Bellezza, Moda e Lavoro. All’interno di queste tematiche, curiamo e vendiamo una serie di prodotti strettamente allineati alle nostre idee e che rispettano i valori del brand e produciamo anche delle nostre linee di articoli“. Era il 2008 quando Gwyneth Paltrow creava dalla sua cucina di casa la prima newsletter di ricette e consigli. E lo faceva in un momento in cui la crisi iniziava a farsi sentire, la gente aveva bisogno di risposte, non importa la fonte da cui provenissero. È stata tra le prime a capire questa necessità e a sfruttarla di conseguenza. In un momento in cui domande come “Perché non sono felice?”, “Come faccio a non essere così stanco?”, “Ce la farò mai a dimagrire?” non trovavano risposta adeguata a meno di non andare da uno psicanalista, la nostra Gwyneth le ha fornite. Oggi siamo talmente abituati a trovare qualunque cosa online che tendiamo a dimenticare che 10 anni fa non era affatto così: basti pensare che nel 2008 Facebook era appena arrivato e l’idea dei blog era ancora quasi completamente sconosciuta. Oggi è sufficiente digitare su Google “Come essere felici” per veder comparire centinaia di consigli, suggerimenti e buone abitudini da seguire. Ecco, non dobbiamo dimenticare che la Paltrow è stata tra le prime a capirlo e questo è forse uno dei motivi del suo successo, la tempestività. Il fatto che una bellissima e magrissima diva di Hollywood dispensasse i suoi consigli di bellezza ha fatto il resto.

Le due «O»: il trucco per avere successo proprio come Google

Goop, il discusso blog di Gwyneth Paltrow che in 10 anni è diventato un vero business
Gwyneth Paltrow, attrice e fondatrice di goop.com

Col il passare del tempo questa prima newsletter creata dalla Paltrow è diventata una società di nome Goop, che ad oggi sembra valere 250 milioni di dollari. Il nome viene dalle iniziali dell’attrice, GP, con in mezzo due «o»: forse non è uno studio scientifico ma è innegabile l’incredibile successo che i brand con la doppia vocale velare hanno avuto in questi anni: Google e Facebook da soli bastano come esempio. Oggi, Goop è diventato un vero e proprio sito che produce una sua linea di abbigliamento, un’azienda di bellezza e finanche una casa editrice: un portale sempre più seguito che dispensa informazioni su salute e guarigione. Il problema è che tutte queste presunte verità su medicina alternativa, psicologia, vita di coppia e alimentazione quasi mai hanno un reale fondamento scientifico ma anzi risultano quasi sempre delle vere fake news.

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Le polemiche negli anni: consigli ingannevoli e vere e proprie bufale

Forse è proprio questo il segreto del successo di Goop: al suo interno possiamo trovare surreali teorie su ciò che provoca malattie autoimmuni e autismo e su quale sia l’alimentazione giusta per mantenere una vita sana. Non passa anno senza che si sollevi una violenta polemica da parte di scienziati, medici ed esperti su qualcosa che nel blog viene presentata come efficace verità. Il risultato? Il sito continua a crescere. L’estate scorsa, la ginecologa Jen Gunter, aveva pubblicato una lettera aperta su ScienceBlogs denunciando i consigli ingannevoli all’interno del portale: sotto accusa sopratutto le famose uova di giada vaginali in grado di combattere la depressione che hanno suscitato un mare di polemiche. Secondo la Gunter infatti questi dispositivi non solo sarebbero inutili ma potrebbero risultare dannosi a causa della porosità della giada in grado di favorire il deposito di batteri nocivi per la salute, così come la storia del clistere al caffé dalle presunte proprietà detox. Questa lettera ha fatto 800mila visualizzazioni e l’unico risultato che ha ottenuto in effetti è stato quello di portare più visitatori su Goop e far andare questo articolo spesso sold out. L’ultima news di qualche giorno fa riporta che il sito della Paltrow è stato multato per la bellezza di 145 mila dollari per pubblicità ingannevole: ma l’attrice non si fa certo spaventare da questi piccoli inconvenienti.

Un’altra polemica rovente è stata scatenata dalla cosiddetta pratica dell’earthing, ossia il connettersi a piedi nudi con la terra per guarire o ripristinare il proprio stato elettrico. La rivista statunitense The Atlantic denuncia come Goop abbia per l’ennesima volta trasformato dei semplici consigli in un’occasione per accrescere il brand e i guadagni. Il sito ha preso lo spunto da un’intervista fatta a Clint Ober – autore del libro Earthing a piedi nudi. Curarsi con l’energia della terra. La più importante scoperta di tutti i tempi sulla salute? che parla di come sia possibile neutralizzare le cariche elettriche del nostro corpo attraverso il contatto diretto con la superficie del pianeta e di come ciò possa aiutare anche a “prevenire i disturbi della salute dovuti all’infiammazione”. Con questo pretesto Goop promuove prodotti dai costi elevati per ottenere gli stessi risultati senza stare a piedi nudi sul terreno. Che garanzie ci sono che funzionino? In realtà nessuna. Leggi anche: “Psicologia: cosa significa nell’era digitale

Workshop ed esperienze extracorporee: un lusso da 4500 dollari

Goop o lo si ama o lo si odia, non ci sono vie di mezzo. Ci sono persone che lo seguono a tal punto da spendere migliaia di dollari per partecipare ai workshop organizzati dal sito. Da giugno infatti, i biglietti del corso annuale – prezzo da 500 a 4.500 dollari, sono sold out. Taffy Brodesser-Akner, la giornalista del New York Times che vi ha preso parte racconta di “un’umanità fluttuante in tuniche e tute a gamba larga bianche, sensitivi che le leggevano le reincarnazioni o giuravano di vedere sua nonna che l’avvisava di un cancro alla tiroide, persone che si presentavano dicendo «fidati di me, sono un medico», o indifferentemente, «fidati di me, non sono un medico»”.

Goop, un business figlio della cultura del nostro tempo

Questi sono gli anni del complottismo, tutto è lobby: ogni cosa che ci viene detta serve solo a raggirarci. Gli specialisti – medici, ingegneri, chimici – sono i primi complici di questo sistema che vuole il nostro male solo per spillarci soldi. La medicina tradizionale porta solo danni, i vaccini poi sono la peste del nostro tempo, meglio affidarsi all’olio essenziale x che è in grado di curare il cancro o alla pianta y che può renderci magri e felici per tutta la vita. Perché fino ad ora nessuno l’ha detto? Semplice, perché le case farmaceutiche hanno il solo scopo di vendere i farmaci che producono: sanno benissimo che non funzionano e che anzi sono dannosi per la salute.

C’è sempre qualcuno su Facebook o su Instagram che è sicuramente più competente di uno che ha studiato medicina per 10 anni, che la sa più lunga e al quale è davvero il caso di rivolgerci. Non importa cosa sia vero e cosa no, cosa ha un senso e cosa no. L’importante è avere una risposta rapida e facile ad una domanda che di facile magari non ha nulla. In un periodo in cui abbiamo paura di tutto, quello in cui crediamo è che ogni cosa vada risolta facilmente: se così non è, allora si tratta sicuramente un complotto.

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di Martina Mugnaini

Martina Mugnaini. Classe 1991. Nata e vissuta a Roma, ha un forte legame con le sue origini fiorentine. Laureata in Filologia Moderna alla Sapienza e giornalista, ama scrivere di tutto quello che riguarda l’arte, la letteratura, il teatro e la cultura digitale. Da anni lavora nel campo della comunicazione e del web writing interessandosi di tutto ciò che riguarda l'innovazione. Bibliofila e compratrice compulsiva di libri di qualunque genere, meglio se antichi: d'altronde “I libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito” e se lo dice la Yourcenar sarà vero.
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