“Far sapere che qui produciamo il vero Made in Italy e che la nostra manodopera non è solo un’eccellenza, ma il futuro di una significativa rinascita“. Questo il sogno di Ornella Auzino, classe 1980. Imprenditrice napoletana che lavora come terzista nel settore della pelletteria producendo per i brand di lusso, come Gucci. Fin a qui sembra tutto abbastanza ordinario. Ma stiamo attenti. Anzitutto imprenditrice, donna del sud Italia, dove ancora persiste qualche stupido luogo comune. La sua è una storia esemplare, di ottimismo, volontà e perseveranza. Aggiungeremo di onestà e rispetto del lavoro, pensando alla realtà in cui la sua attività si inserisce. Perché riduttivo sarebbe descrivere Ornella come un’imprenditrice proprietaria di un’azienda che produce borse per conto di terzi: Ornella sfida stereotipi per sfatarli, mira alla valorizzazione di un territorio tormentato da una tale moltitudine di problemi per cui molte volte si sceglie piuttosto di andare via. E fa ancora di più. Punta al passato, alla tradizione per costruire un presente fatto di eccellenze e per porre le basi di un futuro ripulito dalla coltre di polvere accumulata sulla schiena di Napoli, città a cui viene spesso legato il luogo comune di patria della contraffazione. Leggi anche: L’imprenditoria è donna: 5 startup italiane di successo ce lo dimostrano
Un libro a cui ispirarsi, una storia di successo
“Le mie borse. Come valorizzare Napoli facendo l’imprenditrice quando tutti ti dicono di andare via“. Questo il titolo del libro scritto e autoprodotto da Ornella che contiene in poche parole il senso di tutto ciò che nell’arco di più o meno vent’anni l’imprenditrice napoletana si è proposta di costruire. La produzione delle borse, la connotazione territoriale partenopea, l’ostinazione a restare in un territorio da cui tanti giovani scappano per cercare la propria affermazione in posti dove forse tutto sembra essere più semplice. Lei no. Resta a Napoli, decide di prendere in mano le sorti dell’azienda familiare e di trasformarne l’organizzazione puntando sul made in Italy, la qualità, la trasparenza. Per far conoscere il valore dell’artigianato smascherando e combattendo la contraffazione. Leggi anche: I nomadi digitali scelgono i paradisi del nostro sud
Imparare l’arte del mestiere fra le strade di Napoli
La foto d’infanzia che ispirò il suo lavoro
Negli anni degli studi universitari, un giorno per caso Ornella trova una foto che ritrae lei e il fratello nascosti sotto un grosso rotolone di fodera. I due bambini erano soliti trascorrere il tempo nell’azienda dei genitori. Per loro era quotidianità. E per quanto durante gli anni dell’adolescenza Ornella rifiuti la possibilità di prendersi cura dell’impresa, quella foto le fa capire che la sua vita è indissolubilmente legata alla pelletteria. Per quello che questi prodotti hanno rappresentato per Napoli e per quello che potrebbero tornare a rappresentare per la sua terra.
Parola d’ordine: innovazione
Così nel 2008 decide di entrare in azienda e capire cosa stesse distruggendo tutto ciò che i suoi genitori avevano costruito negli anni. Trasforma la strategia imprenditoriale basandola su una perfetta commistione tra il know-how della tradizione, il lavoro degli artigiani e il supporto delle macchine. Una specie di bottega di medioevale memoria dove si continui a trasmettere l’importanza delle maestrie artigianali. Nel 2011 fonda RICA, impresa specializzata nella manifattura dei prodotti di lusso e nello sviluppo delle piccole produzioni. In seguito, nasce Le mie borse srls che ha l’ambizione di sostenere le startup nascenti nel mondo della pelletteria napoletana e di incoraggiare l’avviamento di una scuola che sia in grado di tramandare la tradizione manifatturiera riportando al vertice l’artigianato partenopeo. La peculiarità dell’azienda è dunque anche la divulgazione della conoscenza. Per trasmettere un mestiere e per tutelare le ricchezze e le risorse di un territorio. Valorizzare la propria terra sfruttando ciò che di buono decenni di padronanze artigianali hanno creato.
Ornella dà vita al brand Auzino