Daniele Iudicone: il fotovoltaico come chiave di svolta della transizione ecologica

Semplificazioni, detrazioni e cessioni crediti: tutto è pronto per la transizione ecologica guidata dal fotovoltaico. Parla Daniele Iudicone, leader del settore

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Il fotovoltaico traina la transizione energetica ed ecologica dell’Italia: ne parliamo con Daniele Iudicone, CEO di Fotovoltaico Semplice, per avere una panoramica sullo stato dell’arte delle energie rinnovabili, del mercato, dei decreti e degli incentivi esistenti in questo ambito, verso l’autosufficienza energetica.

Parliamo del presente. A oggi, quali sono le procedure semplificate e le detrazioni fiscali sul fotovoltaico? E quando convengono realmente?

Lo scenario attuale, con i decreti recentemente approvati, ha esteso le procedure semplificate anche per gli impianti fotovoltaici tra i 50 e i 200 kW, quelli cioè di taglia industriale, indicati per piccole e medie imprese.

Il decreto ha snellito moltissimo i processi di autorizzazione e realizzazione, equiparandoli a quelli che ormai sono uno standard per il fotovoltaico residenziale, che rientra a far parte dei cosiddetti lavori in edilizia libera.

Oggi, quindi, un’impresa che non sia in un centro storico o in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, come può essere un parco naturalistico di interesse nazionale, avrà la possibilità di iniziare i lavori semplicemente comunicandolo al comune di riferimento con una cosiddetta CILA asseverata, redatta in brevissimo tempo e con grande semplicità da un tecnico specializzato.

Nel caso in cui invece si debba ricorrere a una procedura paesaggistica, laddove appunto esistano vincoli edilizi legati all’ambiente o ai beni storici, il nulla osta richiede un paio di mesi.

Ma la vera potenza di fuoco del fotovoltaico, oggi, sono le detrazioni come il Superbonus, che traina quasi il 98% delle installazioni, spesso abbinate al rifacimento del cappotto termico e alla messa in funzione di una pompa di calore.

E qualora non si potesse ricorrere al Superbonus, rimane sempre la possibilità del bonus Ristrutturazione edilizia al 50%, detrazione per cui è valida la cessione del credito a banche o intermediari finanziari o la ricezione immediata nel proprio cassetto fiscale della metà delle spese sostenute.


Quali sono i parametri da tenere in considerazione per valutare se sia il momento o meno di investire sul fotovoltaico domestico?

La convenienza di una tale operazione è chiara: l’aumento dei costi dell’energia e del gas, che stanno sfiorando vette vertiginose a causa della crisi geopolitica, rende questi due beni primari sempre più onerosi.

Se invece guardiamo al fotovoltaico e agli impianti di accumulo, alla possibilità che i due sistemi garantiscono nel rendersi indipendenti dalle variazioni del mercato e del costo della materia prima, il vantaggio è lampante.

La cessione del credito, poi, è un altro strumento invitante, dal momento che fa monetizzare immediatamente gli impianti realizzati al 50 o al 100%.

Leggi anche: Daniele Iudicone: “La mia ricetta vincente per espandere il fotovoltaico in Italia”


Come sta rispondendo il mercato energetico rinnovabile alla crisi del gas e alla situazione geopolitica? Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?

Il nostro settore sta reagendo molto bene, il ricorso all’energia rinnovabile si traduce in un impulso verso l’indipendenza energetica, che sia a impatto zero sia per l’ambiente ma anche per i costi di produzioni e generazione.

Andiamo verso un mondo che potremmo definire autarchico, dove ogni famiglia e ogni impresa inizia a guardare al mondo dell’energia rinnovabile con sempre maggiore interesse e non dando più per scontato il bene primario.

Costi abbordabili degli interventi di efficientamento, detrazioni fiscali e monetizzazioni veloci consentono a tutti di accedere a questo tipo di operazione.

L’unico neo in questo contesto è che la crescita del settore deve essere supportata da una maggiore disponibilità di manodopera per la realizzazione degli impianti, che attualmente fatica a soddisfare le richieste.

I decreti attuativi riferiti a DL Bollette sono risolutivi o manca ancora qualcosa? Quali aspetti e quali procedure gravano ancora sullo sblocco delle rinnovabili?

Il problema dei decreti è che sono per loro natura temporanei e instabili: basti pensare che anche il Superbonus ha subito più di una dozzina di modifiche dal suo varo.

Ma al di là di questo, ciò che manca realmente nella legislazione attuale è un decreto attuativo che sblocchi il mondo delle comunità energetiche.

Occorre infatti al più presto individuare una regolamentazione tale che permetta a ognuno di poter comprare l’energia elettrica in surplus generata dai vicini o dagli stabilimenti limitrofi, a un costo estremamente basso.

Penso ai condomini, che non dispongono di tetto sufficiente per soddisfare il fabbisogno di tutti i loro inquilini, che però potrebbero comprare energia localmente, fungendo da volano per la transizione ecologica.

Siamo ancora in trepida attesa della firma sulla REDII che dovrebbe sbloccare la situazione proprio sulle comunità energetiche.

Andiamo verso la bella stagione: quali sono i tempi per diventare energeticamente autosufficienti in base al tipo di abitazione di cui si dispone?

C’è un unico parametro che incide sulla velocità di transizione verso l’autoproduzione e l’autoconsumo: avere spazio sul tetto. Le villette singole o le villette a schiera sono le candidate ideali per raggiungere in meno di una settimana l’autosufficienza energetica.

Come abbiamo detto, i condomini possono supplire con gli impianti fotovoltaici sulle terrazze comuni solo ad alcune spese, come ascensori, luci delle scale o cancelli elettrici. Ma la vera libertà si avrà solo con l’autoconsumo totale: ecco perché allora bisogna insistere sulle comunità energetiche.


Qualche consiglio per ridurre i consumi in primavera-estate

Oramai le famiglie sono energivore: la nostra società si basa quasi esclusivamente sull’energia elettrica, se si esclude il gas per il riscaldamento.

La vera dipendenza infatti è dall’energia elettrica che va di pari passo con il confort: elettrodomestici, computer, luci, dispositivi, consumano tutti un’enorme quantità di energia. Ma più energia consumiamo, più inquiniamo l’ambiente: per spezzare questo circolo vizioso si deve ricorrere a fonti più stabili, come il fotovoltaico, che azzera le emissioni ma che permette anche gli standard di confort cui siamo abituati.

Quindi l’unico consiglio per risparmiare nei mesi caldi, a parte arieggiare i locali per utilizzare meno i condizionatori, rimane l’installazione di impianti fotovoltaici o l’adesione a una comunità energetica.

Leggi anche: Comunità energetica, la risposta green al caro bollette

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