Home Attualità News Cassa integrazione: “Non arriverà prima della fine di maggio”

Cassa integrazione: “Non arriverà prima della fine di maggio”

lavoratori dipendenti

In merito agli interventi messi in atto dal governo per fronteggiare anche in campo economico l’emergenza coronavirus, oggi il consulente del Lavoro Enzo De Fusco ha rilasciato una dichiarazione ripresa da vari organi di stampa:

La liquidità non arriverà alle aziende prima della fine di maggio.

La spiegazione è molto semplice. Tutti coloro che sono coinvolti dal punto di vista dell’apparato amministrativo sono alle prese con una mole di lavoro senza precedenti. Leggi anche: Coronavirus, 5.000 braccialetti per mandare i detenuti agli arresti domiciliari

Comunicare il numero di dipendenti che bisogna mettere in cassa integrazione

I soggetti istituzionali coinvolti sono due e si tratta delle Regioni e dell’Inps. Nel momento in cui arriva una richiesta ad un consulente del lavoro occorre comunicare il numero di lavoratori che intende mettere in cassa integrazione. Successivamente occorre identificare la sigla sindacale di riferimento. A questo punto occorre un accordo con i sindacati e poi si trasmette il tutto alla Regione che ha 48 ore di tempo per trasmettere il decreto all’Inps. Il problema è nel fatto che la Regione ha 48 ore per trasmettere il decreto ma non ci sono prescrizioni per la tempistica di esame ed emissione.

I tempi burocratici potrebbero dilungarsi con l’emergenza

L’inps dal canto suo non ha termini per esaminare il decreto della regione e quando lo fa, senza avere nessuna prescrizione per legge sulla tempistica. Una volta esaminato dall’Inps il decreto va al datore di lavoro che deve compilare il modello SR41 con l’aiuto di un commercialista o di un consulente del lavoro. In condizioni normali tutto questo si completa in circa 30 giorni ma dovendo fare tutto in videoconferenza e comunque online e data la lunghezza del procedimento burocratico è ragionevole pensare che i tempi possano raddoppiare. Inoltre esistono aziende che hanno sedi in più regioni e non tutte le amministrazioni regionali hanno le stesse tempistiche. A complicare la cosa ci sarà poi il fatto che le domande saranno moltissime e ci vorrà più tempo per poterle evadere. Leggi anche: Gravidanza e coronavirus: “Le strutture si sono organizzate” di Domenico Di Sarno

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