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Calenda rompe con il Pd: “Non ci sto con la sinistra anti Draghi”

Dopo aver siglato martedì un'intesa con il Pd, il leader di Azione Carlo Calenda ha deciso di rompere con Enrico Letta. Scopriamo quali sono i motivi di questa decisione.

Calenda ha deciso: dopo tentennamenti e tentazioni, il leader di azione che martedì aveva siglato un’intesa con il Pd in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre, rompe con Enrico Letta.

Sono passati solo cinque giorni e Carlo Calenda ha deciso di chiudere. Intervistato a “Mezz’ora in più” da Lucia Annunziata, ha detto:

Non intendo andare avanti nell’alleanza con il Pd. Non mi sento a mio agio con questo, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore a fare politica così. ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza.

Perché Calenda ha rotto con il Pd

Il leader di azione ha spiegato che, nell’intesa siglata con il Pd il agosto, “a mano a mano si univano pezzi che stonavano”.

A Lucia Annunziata, Calenda ha dichiarato i motivi che lo hanno spinto a tirarsi fuori dal patto: la presenza, all’interno dell’accordo, di chi aveva impedito al Premier Mario Draghi una sicura azione di Governo. Così Calenda:

Oggi mi trovo a fianco a persone che hanno votato 54 volte la sfiducia a Draghi. Mi sono un po’ perso. c’era un punto chiaro, il fatto che entrassero in coalizione Fratoianni non implicava che esprimessero da subito il no all’agenda Draghi. Invece c’è stato un crescendo, che ha dimostrato come sarà la campagna elettorale, che non sarà contro la destra ma demolirà l’area liberale della coalizione.

Insomma, il leader di Azione aveva imposto un presupposto fisso: proseguire l’agenda Draghi. Tuttavia, a qualche giorno di distanza, qualcosa è cambiato. Ancora Calenda:

Quando abbiamo fatto l’accordo ci siamo detti che dal giorno dopo un pezzo della coalizione non avrebbe bombardato l’agenda Draghi, sennò ci saremmo fatti ridere dietro dal Paese. A questa proposta si sono aggiunte personalità che italiani non vogliono più vedere. È arrivato di tutto, Di Maio, Di Stefano. Ora c’è una grande ammucchiata di persone.

Patto Calenda-Letta: un equivoco?

calenda

Il leader di Azione ha affermato di aver creduto in Letta e sperato fino in fondo che il Pd potesse creare con lui una proposta di Governo e non un “Cln (Comitato di liberazione nazionale)”

Da parte mia non c’è stato un equivoco, ma l’ingenuità che il Pd fosse pronto a decidere di rappresentare la sinistra senza correre dietro a Fratoianni, Bonelli e domani ai 5 stelle, che Letta avesse capito che la coerenza è fondamentale. Che il Pd avesse fatto la sua Bad Godesberg. Ed ho sbagliato.

Per quanto riguarda il versante Renzi, l’altro polo del centro, Carlo Calenda si è espresso in questi termini, mantenendo le distanze ma non escludendo un dialogo:

Renzi non l’ho sentito, ma gli dirò che come non si fa la politica destra contro sinistra non si fa nemmeno contro chiunque. Negli ultimi due giorni ho ricevuto dai renziani contumelie, qualsiasi scelta non coincida con quella di Renzi per loro è una scelta da traditore della patria.

La risposta di +Europa

Martedì scorso, nell’intesa tra Calenda e Letta, a comparire era anche +Europa, la cui segreteria, però, ha ribadito di essere ancora a favore dell’intesa:

La Segreteria di +Europa ribadisce il forte apprezzamento per il patto sottoscritto martedì scorso dalla Federazione +Europa/Azione con il Partito Democratico. In particolare apprezza le parole usate ieri dal Segretario del PD Enrico Letta, che ha ribadito come il patto tra PD e Federazione +Europa/Azione sia un accordo di governo fondato sull’agenda Draghi e sulla collocazione europea e atlantica del nostro Paese, mentre gli accordi con altre liste siano accordi elettorali, finalizzati a non consegnare la vittoria a tavolino dell’alleanza guidata da Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Enrico Letta inoltre ha escluso qualsiasi tentazione di riapertura al M5S di Conte.

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