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Blitz dei Nas nei parchi acquatici, rilevata “acqua contaminata da batteri fecali”

I carabinieri hanno controllato 288 strutture acquatiche ed hanno trovato un elevato contenuto di coliformi fecali e cariche batteriche oltre i limiti di legge.

Il blitz dei Nas in 288 parchi acquatici ha rilevato strutture non conformi e non idonee per la sicurezza dei bagnanti. La squadra dei carabinieri, il Nucleo Anti Sofisticazioni, ha trovato 83 complessi irregolari che hanno portato gli agenti alla contestazione di 108 sanzioni penali e amministrative.

Precisamente nelle province di Messina, Viterbo e Latina, i controlli hanno riscontrato “la presenza di elevati contenuti di coliformi fecali e cariche batteriche, tali da rendere l’acqua pericolosa per la salute umana a causa di potenziale rischio di tossinfezioni”.

Blitz dei Nas nei parchi acquatici: cosa sono i coliformi fecali e perché sono pericolosi

Il blitz dei Nas nei parchi acquatici ha accertato la presenza di elevati contenuti di coliformi fecali e cariche batteriche, ma che cosa sono e perché sono nocivi per la salute umana?

I coliformi fecali sono un gruppo di batteri della famiglia dei Enterobacteriaceae e vivono nell’intestino dell’uomo. Escherichia coli è la specie più rappresentativa di questi microrganismi che hanno un habitat prevalentemente intestinale.

L’eventuale presenza di questi germi è un indicatore chiave della qualità dell’acqua. Infatti, il Decreto legislativo del 2 febbraio 2001, n 31 e successive modificazioni, in attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano per i parametri microbiologici prevede l’assenza di microorganismi indicatori di contaminazione.

La possibile causa della presenza di questi batteri nell’acqua è dovuta a ecrementi (feci o urine), acque reflue e fanghi. I sintomi da coliformi fecali possono essere: diarrea, febbre, crampi e vomito.

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Il blitz dei Nas nei parchi acquatici da incubo

Il blitz dei Nas all’interno delle strutture acquatiche ha causato e disposto la chiusura di diversi impianti e aree ricreative ritenute abusive e con grosse criticità.

Nelle ultime ore, sono state chiuse anche le piscine nelle province di Napoli, Reggio Calabria e Bari per rilevanti carenze strutturali ed autorizzative.

Le violazioni si sono concentrate sull’inosservanza delle normative di sicurezza nei luoghi di lavoro, per la prevenzione, contenimento, diffusione epidemica del Covid, assenza di cartellonistica informativa e mancanza delle periodiche pulizie e sanificazioni.

Nei punti di ristoro sono stati persino sequestrati 250 kg di alimenti scaduti e privi di tracciabilità, destinati ai clienti dei parchi acquatici. Sono state tra l’altro trovate carenze igieniche e strutturali negli ambienti preposti alla preparazione dei pasti.

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