Billy Porter, l’attore pluripremiato della serie Pose: “Sono sieropositivo da 14 anni. La verità è la cura”

Billy Porter ha raccontato solo recentemente di essere positivo all'HIV, malattia con cui convive da 14 anni. Grazie ai progressi della medicina oggi può dirsi un sopravvissuto.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Billy Porter, conosciuto dal grande pubblico per l’interpretazione di Pray Tell nella serie Netflix Pose, ha raccontato di avere l’Hiv e di averlo tenuto segreto per anni, anche a sua madre.

Solo di recente avrebbe avuto il coraggio di rivelarlo, asserendo: “La verità è la cura”. E riguardo al personaggio interpretato in Pose, anche lui sieropositivo, ha aggiunto:

Gli ho fatto dire tutto quello che avrei voluto dire io.

Billy Porter, il riscatto nella recitazione

Billy Porter_HIV

Di recente, l’attore 51enne Billy Porter in un’intervista a Hollywood Reporter ha rivelato di essere sieropositivo da 14 anni. Dopo aver scoperto nel 2007 di essere positivo all’HIV avrebbe vissuto nella vergogna, a cui si aggiunsero anche altre vergogne accumulate nel corso della vita.

Porter ha alle spalle una lunga carriera a Broadway. Con la sua interpretazione nel musical Kinky Boots ottenne diversi riconoscimenti tra cui il Tony Award al miglior attore protagonista in un musical.

Nel 2019 vince un Emmy Award come miglior attore protagonista per il ruolo di Pray Tell in Pose. E riguardo a questa esperienza ha ammesso di averne anche beneficato a livello personale:

Per me è stata l’opportunità di elaborare la vergogna e di dire quel che volevo usando il surrogato del mio personaggio.

Billy Porter e la malattia dell’HIV

Billy Porter ha nascosto la verità sulla sua condizione di sieropositivo sia alla famiglia che ai suoi collaboratori e al cast della serie Pose.

Riguardo alle sue origini ha fatto sapere la tipologia delle difficoltà riscontrate e i motivi della sua vergogna:

Essere sieropositivo, da dove vengo io, cresciuto in una chiesa pentecostale con una famiglia molto religiosa, è un castigo di Dio.

Oggi però Billy Porter può raccontare la sua storia. Grazie ai progressi della medicina può considerarsi un sopravvissuto alla malattia. Ecco cosa ha detto:

Grazie ai progressi della medicina i livelli del virus nel mio sangue non sono più rilevabili.

Oggi sono pronto a dire al mondo: ecco quel che sembra un sieropositivo. Sono sopravvissuto e posso raccontare la mia storia.

Il successo della serie Pose

Billy Porter_Pose

La serie Pose, di cui Billy Porter è uno dei protagonisti, è ambientata nei locali notturni di una New York degli anni Ottanta e Novanta, in cui imperversava con forza il virus dell’HIV. Qui emergono due realtà: le case e le ball room.

Molti giovani omosessuali e transessuali venivano allontanati dalle proprie famiglie e costretti a vivere per strada e a prostituirsi. Si formarono delle vere e proprie case intese come delle famiglie e con una figura di riferimento, la madre, che li aiutava e supportava.

Le ball room erano i locali notturni dove i transessuali si esibivano, sfilavano e gareggiavano tra di loro. In questi luoghi potevano esprimersi liberamente senza venire discriminati, cosa che avveniva anche dagli stessi gay che vedevano una persona trans lontana dai loro stereotipi.

Il modo in cui Ryan Murphy, Brad Falchuk e Steven Canals hanno concepito la serie è stato quello di mettere in risalto le sofferenze profonde della comunità transessuale di quegli anni ma più in generale della persona che si trova a vivere una diversità e concepisce il proprio corpo e in particolare alcune parti di esso come estranee.

Emerge anche un altro aspetto. Se molto spesso l’uomo è attratto proprio da questa realtà ambigua di trovare di fronte a se una persona per metà donna e per metà uomo, per la trans il non essere una vera donna è fonte di grande sofferenza. Può addirittura accadere che una volta operate siamo proprio questi uomini a non volerle più perché non incarnano più il loro ideale di sogno erotico, senza badare per nulla alla persona che c’è dietro.

Leggi anche: Elliot Page, prima foto a torso nudo dopo la rimozione del seno: “Trans è bello”

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