Home TV Spettacolo Cento anni fa nasceva Alberto Sordi. Quanto ci manca la sua ironia?

Cento anni fa nasceva Alberto Sordi. Quanto ci manca la sua ironia?

L'attore romano tra film e ricordi. Un centenario importante. La sua ironia e la sua capacità di raccontare l'Italia malinconica mancano in questo periodo post covid.

Forse anche oggi, in questa Italia che si sta rialzando da una lunga agonia dovuta al covid, immersa in una crisi economica difficile e lenta da superare, avremmo bisogno dell’ironia di Alberto Sordi. Proprio nel giorno di oggi, 15 Giugno, ricorrono i centro anni dalla nascita di Albertone Nazionale. Un attore unico, che tanto manca al cinema italiano.

Dal Rione Trastevere alla Dolce Vita

Nato nel 1920 a Roma, nel Rione Trastevere, Alberto Sordi era il volto dell’Italia che si stava rialzando dopo la guerra, della dolce vita con i suoi pregi ma soprattutto con i suoi difetti. Sordi sapeva raccontare il popolo italiano come nessuno mai, in un Paese provato dalla crisi economica, senza maschera ma con un solo sguardo o una battuta delle sue, che lo hanno consacrato nel tempo come attore comico, ma anche drammatico. Leggi anche: Gli italiani in Fase 2: c’è chi si butta nella movida e chi ha paura di uscire di casa

I personaggi di Alberto Sordi

sordi maccheroni
Alberto Sordi in una scena del film “Un americano a Roma”
Scoperto da Vittorio De Sica con il film “Mamma mia che impressione” nel 1951, Alberto Sordi è entrato nel cuore di tutti gli italiani, in patria e all’estero, con personaggi ormai iconici del cinema internazionale. Da Oreste Jacovacci, il personaggio interpretato ne “La Grande Guerra” di Mario Monicelli, a Otello Celletti, “Il vigile” borioso con la divisa tirata a lucido, da Onofrio Del Grillo, il dandy scherzoso in fuga dalle responsabilità del titolo nobiliare, a Nando Moriconi, il borgataro che si lascia provocare dallo storico piatto di maccheroni.

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Sordi, dalla radio a Cinecittà

La carriera di Alberto Sordi, prima di approvare al grande schermo, deve molto alla radio e al doppiaggio. Con la sua voce baritonale, Sordi viene scelto per doppiare Oliver Hardy, del duo comico Stanlio&Ollio. Più di duecento film lo hanno reso il volto dell’italiano medio, in coppia con le attrici più belle e brave del nostro panorama cinematografico. Da Monica Vitti in “Polvere di stelle“, a Claudia Cardinale in “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata“. Non è mancata la tv. Il varietà negli 60 e 70 lo ha visto più volte entrare nelle case degli italiani. Indimenticabili le gag con Mina e Raffaella Carrà. Leggi anche: Albano: “Con 1470 euro di pensione e senza concerti posso durare due anni”

Il ricordo degli amici di Sordi

Tra i ricordi più veri, quelli di due dei suoi amici e colleghi più cari. Carlo Verdone, con il quale girò il film “In viaggio con papà” e che cura la mostra museo nella Villa di Alberto Sordi, e Christian De Sica, il quale considerava Sordi più uno zio che un maestro. Ecco uno dei tanti ricordi di Carlo Verdone:

Per quindici anni siamo stati molto amici con Alberto. Andavamo a cena all’Apuleius, sempre allo stesso tavolo, sempre ordinando le stesse cose. Lui amava stare con quattro/cinque persone, non di più. Tra questi c’erano Ettore Scola e Piero Piccioni. La sua era una casa molto silenziosa, il che è un po’ un ossimoro rispetto al Sordi caciarone che si vedeva in tv.

Il ricordo privato di Christian De Sica:

Alberto veniva spesso a casa nostra, si improfumava tutto, metteva due colonie diverse, era sempre elegante. Con papà sono stati legatissimi, io devo tutto a Sordi, tutti dicono che sono uguale a mio padre, ma lì è Dna mentre io ho copiato tutto da lui, era grandioso.

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Sordi, l’ultimo atto

Ironico, solare e molto dandy nella vita privata, Sordi era noto come un tipo avaro ma in realtà era molto più generoso di quanto volesse far pensare. Non si è mai sposato, fino alla fine è stato molto legato alla sorella Aurelia. La sua ultima apparizione pubblica fu durante una serata organizzata in suo onore al Teatro Ambra Jovinelli a Roma il 17 dicembre 2002. Si congedò dal pubblico con semplice e malinconico Addio!. Morì per un tumore ai polmoni il 24 febbraio del 2003. di Catiuscia Ceccarelli

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