Da alberi di Natale a biocombustibile: ecco come cominciare il 2023 riciclando

Una nuova ricerca applicata agli aghi di pino dimostra come sia possibile sfruttarli nella generazione di combustibili puliti per i processi industriali.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Aghi di pino come biocombustibile? Un nuovo studio dell’Università di Sheffield e dell’Università di Valladolid, pubblicato sul giornale ACS Sustainable Chemistry & Engineeing, suggerisce come il riciclo degli alberi di Natale possa essere più fruttuoso del loro smaltimento in discarica.

Alberi di Natale ed emissioni

Vi siete mai chiesti quanto inquini un albero di Natale una volta passato il periodo delle feste? Considerando che nella sola Inghilterra più di 7 milioni tra pini e abeti ogni anno vengono comprati – a caro prezzo – per essere usati una manciata di settimane come elementi decorativi e poi abbandonati in discarica, il costo in termini di emissioni dannose per l’ambiente risulta davvero elevato.

Infatti, ogni albero reciso per poi essere smaltito dopo aver decorato le feste produce fino a 16 kg di gas serra, tra anidride carbonica e metano.

Ma la ricerca proposta dall’Università di Sheffield dimostra come il riciclo degli alberi di Natale sia in effetti molto più vantaggioso.

A partire da uno studio del 2018, secondo il quale i materiali chimici estratti dagli aghi di pino processati possono essere riciclati per la realizzazione di prodotti di utilizzo, la nuova scoperta ne amplia i risultati.

I ricercatori dei due atenei universitari hanno infatti elaborato una procedura che semplifica e potenzia l’uso degli aghi di pino, che permette di ottenere acido formico da usare nelle celle a idrogeno, nelle sostanze per il mantenimento dei prodotti alimentari e in quelli dell’industria manifatturiera.

Gli aghi di pino recuperati dagli alberi di Natale dismessi o destinati alla discarica possono sostituire sostanze chimiche molto meno sostenibili di largo utilizzo.

Leggi anche: Il mini-fotovoltaico salverà la magia del Natale

Il processo di estrazione del biocombustibile

Già nel 2018 gli scienziati erano stati in grado di ricavare dagli agni di pino sia un prodotto liquido, un bio-olio, utile nei campi della dolcificazione, degli adesivi e delle vernici, che un prodotto solido, biochar, da impiegare per lo più in processi chimici industriali.

Se correttamente processati, gli aghi di pino possono promuovere la trasformazione dell’anidride carbonica in acido formico, senza l’aggiunta di metalli pesanti, utilizzabile insieme all’acqua come propellente sostenibile.

L’acido formico viene infatti impiegato in molte applicazioni sotto forma di combustibile per lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno, altro elemento alla base delle fonti alternative ai fossili, riducendo notevolmente le emissioni nocive.

È anche un ottimo agente antibatterico, soprattutto per la conservazione di cibi e mangimi, ma trova spazio anche nella manifattura del cuoio e della gomma.

Leggi anche: L’energia delle biomasse: pulita, ecologica e rinnovabile

La valorizzazione della biomassa come obiettivo finale

Tutto sommato, pensare a una seconda e produttiva vita per i nostri alberi di Natale dismessi fa riflettere sull’esigenza di ottimizzare le risorse di cui disponiamo nell’ottica di un futuro più sostenibile.

Lo studio ha concluso che le raffinerie potrebbero utilizzare differenti fonti biocombustibili e biomasse a seconda dei periodi dell’anno, in base ai prodotti di scarto più abbondanti. Ecco il perché degli aghi di pino degli alberi di Natale a gennaio!

Se infatti gli scarti vegetali delle festività natalizie fossero raccolti e processati nel momento giusto, i prodotti chimici potrebbero essere utilizzati al posto di sostanze meno sostenibili correntemente in uso dall’industria.

La valorizzazione della biomassa porterebbe quindi a una diminuzione dell’impronta carbonica in due direzioni: disincentivando l’acquisto di alberi di Natale artificiali a base di plastica, in favore di quelli veri, da destinare poi al riciclo e riutilizzo come biocombustibile, risparmiando migliaia di tonnellate di anidride carbonica all’atmosfera.

Leggi anche: Energia elettrica da fonti rinnovabili: le offerte migliori per una scelta green necessaria

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