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Addio Cashback, Draghi cancella tutti i rimborsi non in linea con Bruxelles

Secondo le ultime novità MEF, si sta pensando a un taglio delle risorse destinate per il 2022, oppure all’addio al super cashback.

Mario Draghi cancella il bonus Cashback. Il motivo? C’è un problema che riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza e la riscrittura ad opera del governo Draghi che prevede la cancellazione di tutte le misure che non rispondono alla lettera ai parametri europei.

Il cashback, come funziona e cosa prevede

Cashback Natale.

I cittadini che hanno partecipato al cashback di Natale hanno fatto appena in tempo a ricevere i rimborsi di dicembre.

Il programma del Cashback di Stato è partito a dicembre 2020 e il tasso di adesione dei cittadini è stato sorprendente: i dati a inizio marzo 2021 indicano 7,8 milioni di cittadini iscritti, 13,9 milioni di strumenti di pagamento elettronici attivati e oltre 260 milioni di transazioni dall’avvio del programma.

Come funziona il cashback? Il piano prevede premi per i cittadini che utilizzano le carte o le app per pagare presso i negozi. Prevede un rimborso del 10% degli acquisti effettuati con moneta elettronica. A questo si aggiunge il Supercashback ai maxi-utilizzatori di pagamenti digitali e varrà 3 mila euro all’anno.

Eppure a breve dovremmo dire addio al cashback.

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Perchè Draghi cancella il bonus cashback

Il cashback prevede 5 miliardi di bonus, messi a rischio dal Recovery Plan. Infatti, il nuovo governo ha a disposizione 15 giorni per presentare le modifiche del PNRR e l’intenzione è quella di cancellare tutte le misure che non sono in linea con raccomandazioni e indicazioni dell’Unione Europea.

Tra questa c’è proprio il cashback: il governo Conte aveva stanziato cinque miliardi di euro per il rimborso del 10% degli acquisti effettuati con i metodi di pagamento elettronici, ma la misura non è in linea con un altro degli obiettivi europei, cioè contribuire alla crescita del Prodotto Interno Lordo. 

Sul cashback si è espressa anche la Guardia di Finanza durante l’audizione alle commissioni Finanze di Camera e Senato del 1° marzo: per il generale Zafarana dovrebbe essere applicato nei settori a maggior rischio evasione, mentre attualmente si applica per realtà già tracciabili, come le utenze e i trasporti:

Sarebbe meglio concentrarlo sulle categorie a maggior rischio di evasione fiscale rispetto alle altre.

Per la categoria di spese per cui spetta la detrazione Irpef del 19% non si è invogliati a pretendere lo scontrino.

Le soluzioni a questo punto sono due: mettere fine all’iniziativa a dicembre 2021, così da risparmiare i 3 miliardi previsti per il 2022.

Oppure l’addio al super cashback, il premio erogato ogni sei mesi di 1.500 euro per chi avrà raggiunto il maggior numero di transazioni.

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Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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