L’idea di realizzare bambole “su misura” per i bambini che sono affetti da diversi tipi di deformità o condizioni rare è venuta a Amy Jandrisevits, del Wisconsin. Appassionata di bambole sin dall’infanzia, ha creato A doll like me, una serie di bambole con le stesse caratteristiche dei loro piccoli proprietari. L’ostentata perfezione delle bambole usualmente vendute nei negozi ha convinto Amy a creare dei soggetti unici, che rispondessero alle esigenze dei bambini “diversi”. Amy ha lavorato a lungo come assistente sociale nei reparti oncologici. Gran parte del suo ruolo consisteva nell’aiutare i bambini ad adattarsi a quella che in un primo momento poteva sembrare una situazione fuori controllo e totalmente anormale, ingestibile. Si è allora resa conto della necessità di regalare ai bambini dei giocattoli in cui potessero riconoscersi. Tutti, secondo Amy, hanno bisogno di abbracciare una bambola che li assomigli, per sentirsi meno soli e meno “speciali”.
Le bambole uniche, proprio come ogni bambino
La campagna di crowdfunding
Poiché il costo delle bambole personalizzate si aggira intorno ai 100 $, una cifra elevata da affrontare per molte famiglie, Amy ha lanciato la campagna di crowdfunding A doll like me su gofundme. Dal 2015 ha così raccolto oltre i 175.000 $ per raggiungere il suo sogno:
Grazie a tutte queste generose persone, sono quasi arrivata all’obiettivo. Che significa? Vuol dire che posso realizzare bambole per bambini che stanno per sottoporsi a interventi chirurgici, che stanno combattendo con l’immagine del loro corpo. O tutti quelli che mi indicano i medici. Il mio scopo è che nessuna
famiglia dovrà pagare per le bambole. Grazie dal profondo del mio cuore.
Le bambole sono terapeutiche, validanti e confortanti, si legge nella storia che Amy ha raccontato per raccogliere fondi. Come lei stessa ricorda, non è un mero business il suo, ma la giusta cosa da fare, una missione. In questo modo è riuscita a recapitare in tutto il mondo centinaia di bambole. Non solo, Amy vorrebbe fondare una vera e propria organizzazione no profit, in modo da poter destinare a ogni bambino la propria bambola speciale. Leggi anche: “La chemio, giocando, passa volando”: le bambole senza capelli per i bambini malati di cancro di Enrica Vigliano