Net-zero: ecco gli 8 paesi che l’hanno già raggiunto

In queste nazioni la bilancia tra emissioni e assorbimento dell'anidride carbonica è in pari: ecco perché e quali politiche hanno messo in campo contro il cambiamento climatico.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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L’obiettivo net-zero, ossia zero emissioni, non è solo un’utopia o un fine cui tendere senza mai raggiungerlo: esistono già al mondo ben 8 paesi che hanno azzerato la produzione di gas nocivi, contribuendo significativamente a migliorare il clima e il benessere degli abitanti.

Cosa significa raggiungere net-zero per una nazione?

Ottenere zero emissioni nette significa, per una nazione, una regione, ma anche un’area o un’azienda, produrre meno anidride carbonica di quanto effettivamente ne possa assorbire l’atmosfera, o ancora meglio raggiungere il bilanciamento tra le emissioni prodotte con quelle che si riescono ad assorbire.

Questo non significa abolire tutti i processi in cui vengono “bruciati” combustibili o similari, ma equivale ad avere un approvvigionamento energetico misto e orientato alle risorse rinnovabili, oltre ad avere una strategia di consumi, riciclo e ottimizzazione dei processi estremamente oculata, in modo da evitare gli sprechi e massimizzare gli sforzi.

Il raggiungimento del net-zero è uno dei principali obiettivi sottoscritti dall’Unione Europea, gli USA e altri paesi entro il 2050 al fine di limitare e impedire l’aggravarsi dei cambiamenti climatici, mentre per l’India e la Cina bisognerà aspettare qualche decade in più.

Leggi anche: Zero emissioni, cosa significa veramente l’obiettivo da raggiungere entro il 2050

Una combinazione di fattori vincente

net-zero

Eppure, otto virtuosi paesi ce l’hanno già fatta: certo, sono tutte nazioni di modeste dimensioni e con un’industrializzazione poco sviluppata, ma la caratteristica principale dei paesi net-zero è quella di avere promosso e perseguito negli anni una politica di misure a protezione dell’ambiente e dell’ecologia, facendone una priorità assoluta.

La decarbonizzazione, infatti, è più facile per quelle nazioni che godono naturalmente della presenza di foreste pluviali, responsabili dell’assorbimento spontaneo di CO2 dall’atmosfera, dove la densità di popolazione è più rarefatta e le attività industriali non costituiscono la fonte primaria di sostentamento dell’economia del paese.

Leggi anche: Stop a deforestazione, WWF: “Le foreste sono il nostro antivirus”

Gli 8 paesi a net-zero

Vediamo dunque quali sono gli 8 paesi che, secondo un’indagine condotta nel 2022 da GlobalData e presentata al World Economic Forum, hanno già raggiunto il net-zero, analizzandone i fattori che lo hanno reso possibile in poco tempo.

Bhutan (Asia meridionale)

La regione in cui sorge l’Himalaya è coperta al 72% da una foresta tanto fitta da essere in grado di assorbire 9 miliardi di anidride carbonica all’anno.

Questo fattore, unito a un’economia che si basa sostanzialmente sull’agricoltura di sussistenza e sul turismo responsabile, rende il Bhutan una delle nazioni più virtuose dal punto di vista della sostenibilità. Le politiche del regno sono quelle della riforestazione e della lotta contro la deforestazione, della salvaguardia della flora e della fauna locali, per una convivenza con l’umano del tutto armoniosa.

Suriname (America meridionale)

Con una copertura di bosco e foresta pari a circa il 93-97% della sua superficie, il Suriname è considerato il paese più lussureggiante del pianeta.

Grazie agli ingenti quantitativi di CO2 assorbita, la nazione ha stipulato numerose convenzioni con altri soggetti internazionali che acquistano dal Suriname “crediti di carbonio” a compenso delle emissioni.

Panama (America centrale)

Insieme ai due precedenti paesi, Panama ha sottoscritto alla COP26 di Glasgow un’alleanza di cosiddetti “carbon-negative countries”, ossia nazioni a impronta negativa di carbonio, per dare esempio alle altre nazioni e incoraggiarle a raggiungere il net-zero.

Entro il 2050 il governo locale si è dato come obiettivo quello di riforestare 50.000 ettari di terreno, perseguendo le politiche di tutela e salvaguardia della foresta pluviale che copre, a oggi, il 65% del paese.

Guyana (America del Sud)

Ricchissima di alberi e foreste, la Guyana è una nazione costiera circondata dalla foresta amazzonica.

Con l’obiettivo net-zero già in tasca, il governo mira a ridurre ulteriormente le emissioni di anidride carbonica del 70% entro il 2030.

Niue (Oceano Pacifico)

La piccolissima isola-nazione, che conta appena 2000 abitanti, fonda la sua economia sulla pesca, l’agricoltura e il turismo. Le sue emissioni globali equivalgono appena allo 0,0001% di quelle mondiali, aggiudicandole uno dei primati più verdi della sostenibilità.

Ma c’è di più: essendo molto esposta ai cambiamenti climatici, Niue è diventata un simbolo della lotta da perpetrare contro le emissioni, per la salvaguardia di paradisi naturali come questo.

Comore (Africa orientale)

Di fronte al Madagascar – di cui parleremo tra un attimo – le Comore sono un arcipelago di origine vulcanica con una popolazione che non raggiunge il milione di cittadini.

L’economia basata su agricoltura, allevamento e pesca fa da contraltare a una rigorosa protezione ambientale, cosa che ha reso al paese il raggiungimento dell’obiettivo net-zero in poco tempo.

Madagascar (Africa orientale)

L’isola, circondata dall’Oceano Indiano, si fonda su agricoltura e pesca. Anche se è un paese net-zero, il Madagascar ha perso più di un quarto della sua copertura forestale negli ultimi 20 anni.

Il trend negativo deve essere rapidamente fermato, con politiche di tutela e di preservazione della foresta.

Gabon (Africa centrale)

Definito dall’Onu un “modello di conservazione ambientale”, il Gabon emette pochissimi quantitativi di anidride carbonica, mentre è in grado di assorbirne in grandi quantità grazie a una superficie di foresta pluviale pari all’88% del suo territorio nazionale.

Le politiche mirate del paese hanno consentito di sviluppare un’economia forestale produttiva, senza per questo distruggerla.

Leggi anche: Greenwashing: che cos’è e perché se ne parla tanto

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