3,7 milioni di italiani lavorano in nero, quando il reddito di emergenza?

Mary Tagliazucchi
Mary Tagliazucchi
Mary Tagliazucchi, giornalista e fotoreporter si occupa di inchieste, reportage in giro per il mondo, cronaca e attualità. Il suo vizio? Guardare oltre, sempre.
spot_img

Alzi la mano chi non ha mai lavorato in nero e/o conosce qualche amico, parente o familiare che, pur mandando giù bocconi amari, alla fine ha accettato il compromesso di un lavoro mal pagato e soprattutto non tutelato da ogni punto di vista. Non è un caso infatti se, come da ultimi dati Istat, i lavoratori irregolari in Italia risultano 3,7 milioni.

Bonus lavoro nero e reddito di emergenza

Ma ora quel lavoro nero, irregolare e sommerso ha preso un’altra ‘sfumatura’. Sì perché in questo momento difficile il lavoro nero è stato in qualche modo sdoganato dall’Agenzia dell’Entrate. Questo non vuol dire assolutamente che chi sfrutta i lavoratori in nero possa continuare a fare i propri comodi, certo che no. Tuttavia in questo periodo di grande emergenza a causa della pandemia da Covid-19 è necessario che coloro che lavoravano in queste condizioni possano ricevere un reddito di emergenza che è stato appunto chiamato: bonus lavoro nero. Crollato ponte a Massa Carrara, coinvolti due furgoni

Molti italiani non possono nemmeno fare la spesa

Molti italiani si sono ritrovati a non poter neanche fare la spesa in quanto vedendosi sospeso il loro lavoro precario per via delle restrizioni indicate dal Governo per arginare la diffusione dei contagi, si è ritrovato senza nessuno sostentamento. Nessuna busta paga, nessun reddito di cittadinanza. Niente di niente. Una situazione davvero drammatica che in molti stanno vivendo. Persone perbene che pur di lavorare hanno accettato escamotage lavorativi che, ora più che mai, li rendono ancora più fragili e vulnerabili a livello economico. Al Sud – dove il lavoro scarseggia purtroppo da sempre- la situazione di questi lavoratori è ancora più difficile come ha dichiarato lo stesso Ministro per il Sud e Coesione Territoriale, Peppe Provenzano a Rainews24:

Al Sud dopo questa crisi, se sarà prolungata, rischia il collasso sociale. La quota di sommerso che esiste ha riflessi sull’economia reale, per questo abbiamo necessita di avere misure equiparate per tutti.

Lavoro nero, piaga non solo italiana

Il bonus lavoro nero inizialmente era di 600 euro adesso sembra sia diminuito a 400. Sarà il nuovo decreto con le nuove misure di sostegno alle famiglie a dare informazioni più precise. Di sicuro oltre i lavoratori autonomi verrà dato un sostegno economico anche gli irregolari. Irregolari loro malgrado,ovvio. Ma non si pensi che solo nel nostro Paese viga l’eterna piaga del lavoro in nero. Da quanto si evince dall’indagine di Eurobarometro il paese europeo con la più alta percentuale di lavoro in nero è la Grecia, seguita subito dopo dall’Olanda. Si distanziano ma non di molto, Finlandia, Danimarca e Italia. Corretti e diligenti invece paesi come la Germania, il Regno Unito e la Spagna. Insomma paese che vai ‘lavoro in nero’ che trovi. Leggi anche: Coronavirus, l’affitto si paga sì o no?

La regola del silenzio assenso

I lavoratori in nero -invisibili su carta e soprattutto su busta paga e contributi- sono presenti in ogni città. Può essere il cameriere che con un grande sorriso ti serve la tua pizza preferita, il ragazzo o la ragazza al bancone del bar, la parrucchiera che lavora in piedi anche dieci ore al giorno e a malapena riesce a pranzare. Ma a volte possono ricoprire anche altri ruoli: segretaria, istruttore di fitness, commessi dei negozi, meccanici, elettricisti, idraulici, muratori, lavoratori stagionali sui campi, grafici pubblicitari, programmatori informatici e molti molti altri ancora. Per tutti vige un’unica regola per essere sicuri di lavorare e portare a casa uno stipendio: il silenzio assenso.

La testimonianza di Carlo

Fra questi c’è Carlo S., il nome è di fantasia per mantenere l’anonimato,un ragazzo romano che da circa tre anni lavora in una palestra del centro della Capitale. Carlo lavora dalle 7,30 del mattino fino alle 22,30 compreso il sabato quando stacca verso le 18:30 se c’è il collega che gli da il cambio. Per lui permessi e ferie retribuite non esistono, tantomeno la malattia come lui stesso racconta:

Capita di lavorare anche un mese di seguito con un solo giorno di riposo. E cosi per gran parte dell’anno. Lo stipendio è accettabile anche se, decisamente non idoneo per le ore che faccio ogni giorno. Mi è capitato di stare male ma di dover comunque rimanere perché mi facevano chiaramente capire che se non venivo quei giorni non mi sarebbero stati pagati. Quindi febbre o altri malori per me sono un problema. Adesso che tutte le palestre sono chiuse io non percepisco nulla. Sono molto preoccupato a malapena credo di arrivare a fine aprile per coprire le spese, affitto,bollette etc, che a dispetto di tutto bisogna continuare a pagare. Anche la mia ragazza che fa la commessa è nella stessa situazione. Speriamo di ritornare presto al nostro lavoro. È vero non è il massimo ma almeno ci consentiva di andare avanti.

Leggi anche: Cina riparte, zero contagi: cos’è il codice verde e cosa ti permette di fare              

spot_img

Correlati

Superbonus, stop a sconti in fattura e cessioni del credito: cosa prevede il piano di Governo?

Nel corso dell'ultimo Consiglio dei Ministri, che ha avuto luogo nella giornata di ieri...

Effetto Kate Middleton: moltiplicati check-up preventivi per il cancro, soprattutto di donne

Nei giorni scorsi Kate Middleton ha rivelato di avere un tumore in un video:...

L’Onu chiede il cessate il fuoco a Gaza: “Tutti gli ostaggi dovranno essere rilasciati”

L'Onu, dopo ormai quasi 6 mesi di guerra, ha chiesto il 'cessate il fuoco'...
Mary Tagliazucchi
Mary Tagliazucchi
Mary Tagliazucchi, giornalista e fotoreporter si occupa di inchieste, reportage in giro per il mondo, cronaca e attualità. Il suo vizio? Guardare oltre, sempre.
spot_img