È coffee mania: boom di investimenti, idee geniali e startup

Valentina Cuppone
Valentina Cuppone
Valentina Cuppone, classe 1982. Caporedattore de Il Digitale. Formazione umanistica, una laurea in Lettere Moderne e una specializzazione in Comunicazione della cultura e dello spettacolo all’Università di Catania. Curiosa e appassionata di ogni cosa d’arte, si nutre di libri, mostre e spettacoli. Affascinata dal mondo della comunicazione web, il suo nuovo orizzonte di ricerca è l''innovazione.
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Nei primi sette mesi dell’anno, il settore del caffè ha generato un giro di affari di circa 600 milioni di dollari. Si stima che entro la fine del 2018 si arriverà a sfiorare il miliardo. È lo scenario descritto dai dati raccolti da CB Insights che ha tenuto conto delle operazioni avvenute all’interno del mercato della polvere nera. Probabilmente il successo economico è stata una costante per un prodotto che si è consumato e si consuma in gran quantità. Nell’anno che sta per finire sembra essersi diffusa, secondo le analisi degli specialisti, una vera e propria coffee mania. Investimenti, startup e accademie per diventare professionisti del caffè mostrano come la sfrenata passione dei consumatori si possa trasformare in un‘occasione da non perdere. Tante le potenzialità di sviluppo per un settore che ha attratto, oggi più che mai, il mondo del venture capital. Ecco un classico esempio di come la tradizione può essere riletta e attualizzata. Il caffè resta sempre caffè. Ma si cerca di differenziarne l’offerta, di promuovere novità e creative miscele, aggiungendo ingredienti bizzarri e diversi modi di proporre una bevanda antica e diffusissima.Tra acquisizioni importanti e imprese innovative, uno dei prodotti tipici della old economy trova nuove strade per reinventarsi. Nel mondo intero mai settore fu più tradizionale e conosciuto. Dall’Estremo Oriente all’America del Nord e del Sud, dall’Africa all’Italia, è difficile trovare qualcuno che non beva o non sappia di caffè. Leggi anche: L’incubatore di startup più grande al mondo punta su Milano

“La carica del caffè più l’energia del cioccolato”

La ricordiamo tutti la mitica claim dei dolcetti tutti italiani con l’involucro di cacao e all’interno la più antica energy drink che si conosca. Ebbene, il messaggio era chiaro: fermati e ricaricati. Perché si corre sempre. Avanti e indietro. Tra la confusione delle auto, la ripetitiva urgenza delle metropolitane che corrono sottoterra instancabilmente senza considerare il tempo di una sosta, veniamo inghiottiti dalla fretta e dalla frenesia. Ma noi non siamo macchine e le pause ce le possiamo e dobbiamo concedere. Loro non possono sapere cosa sia il coffee break. Ma noi sì. Quante volte abbiamo detto o ci siamo sentiti dire “il tempo per un caffè, ce l’hai?”. Risposta, sì. Tanto, è espresso. Leggi anche: Le migliori strategie per aumentare la produttività

Buongiorno Italia col caffè ristretto!

Dovremmo correggere e dire “Buongiorno mondo col caffè -più o meno- ristretto”! E sì, perché questo è uno di quegli incontri che coltiviamo fin da piccoli, che vengono vissuti ogni giorno, nel corso di anni, secoli e generazioni. Profumi e aromi che si legano ai ricordi di una vita. Perché è indelebile nella mente di ognuno di noi l’odore del caffè che proviene dalla cucina ogni mattina. Preparato da noi o meno, da mamme o papà, compagni o compagne, sorelle o fratelli, che si alzano dal letto e come primo pensiero, appena svegli, hanno quello di andare in cucina e predisporre tutto per dare il via a quel rito quotidiano senza il quale nessuno sarebbe in grado di affrontare la giornata. Che sia con la caffettiera manuale o elettrica, in cialde o in capsule, l’importante è farlo. E se non c’è tempo di prepararlo a casa, ci si deve fermare in un bar. È necessario. Non è né un vezzo né un capriccio. È energia indispensabile per dire “bene, ora è iniziata la giornata”. A metà mattinata ne occorrerà forse un altro. Che sia dai distributori automatici, da un termos, nell’ennesimo bar, il caffè non può mancare. Perché significa rigenerarsi, prendersi una pausa. Sinonimo di un momento di relax, di convivialità con i colleghi. Un’occasione per prendere un po’ d’aria. Insomma, l’espresso (se lo vogliamo così!) non è un accessorio nella nostra vita. Non è qualcosa che può esserci come no. Caldo, freddo, macchiato, sotto forma di cappuccino, con il latte, ristretto, lungo o americano. Non è una bevanda qualunque.

Il caffè irrinunciabile rito sociale

“Tra un bicchier di vino e un caffè, tiravi fuori i tuoi perché”. Cantava così Gino Paoli, dando tutto il senso di quello che significa ritrovarsi al bar, intorno a un tavolo, con qualche amico. Magari con l’intento di cambiare il mondo. Ecco allora il significato sociale di questa bevanda che, forse, è il motivo che l’ha aiutata a diventare così famosa. I caffè sorti nei secoli passati erano luoghi di ritrovo dove intellettuali si riunivano per incontri, per discutere, per creare dibattiti, giornali, pamphlet. Lì sono sorte riviste letterarie, movimenti politici. Amicizie e amori, incontri e scontri. Fonte di ispirazione per canzoni, dalle operette alla musica pop, dalla canzone d’autore alla musica popolare, la bevanda nera trova sempre un modo per diventare protagonista. In opere teatrali, nelle scene dei film, spesso ci si ritrova intorno ad un tavolo con davanti una tazzina. Quella classica, piccola, con il piattino di sotto e il cucchiaino di lato. E il mondo degli affari, piccoli, medi e grandi, riconosce la presa incondizionata e perenne che il caffè ha sugli uomini. E giustamente trova i modi per metterla a frutto. Leggi anche: Chiuso bar San Callisto, istituzione trasteverina: la protesta parte dai social

Quale futuro per il caffè?

Investire nelle capacità di crescita di una fetta di mercato che può riuscire a ottenere alte occasioni di profitto. Questa sembra essere la tendenza che avvolge il mercato del caffè. Si punta sulle strategie di fidelizzazione, come ha fatto Uber che stringe accordi con Cargo per distribuire caffè in bottiglia attraverso i riders, oppure a progetti volti a formare figure professionali che si occuperanno di preparare e servire questa affascinante bevanda. La tradizione si mette al servizio di chi vuole diventare un addetto del settore e così nasce la neoaccademia della famiglia Vergnano sorta a Chieri lo scorso 2 ottobre. Per formare figure competenti e preparate dando loro in mano gli strumenti necessari affinché la preparazione del caffè non sia limitata alla solubilità di una polvere in acqua. Tante startup sono nate e continuano a nascere. Dalla cover per device di Mokase, utile per fare il caffè a ogni ora e dappertutto, all’impresa innovativa Misceliamo Coffe Emotion, dedicata alle varietà di qualità al fine di diffonderne la cultura. Si creano nuovi modi per degustarlo , come il cold brew, una bevanda ottenuta per infusione a freddo. In accordo con i trend del momento, dato che il caffè ha zero calorie ed è gluten e carb free. Insomma, è una risorsa che non passerà mai di moda. Ce n’è per tutti i gusti. Un alimento amato dal mondo intero che riscopre continuamente usi e impieghi. Un’icona che probabilmente non tramonterà mai. Leggi anche: Come mangiare sano anche in ufficio: tre startup si prendono cura della tua dieta   di Valentina Cuppone

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